Un modo per combattere la mafia, ha detto il procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso è quello di parlarne. Credo che un modo per combattere la mafia sia anche quello di non dimenticare le figure eroiche che si sono opposte alla mafia come Pio La Torre.
Riporto qui di seguito l’articolo di oggi sull’Unità a firma d Marina Sereni.
Il 30 Aprile 1982, a Palermo la mafia uccideva, insieme a Rosario di Salvio, Pio La Torre. Importante parlamentare del PCI ( fondamentale la sua legge che istituisce il reato di associazione mafiosa e permette la confisca dei beni) attivo nella direzione politica nazionale, era tornato in Sicilia nel 1981 come segretario regionale. La sua storia riletta oggi, è la storia drammatica e straordinaria di una classe dirigente meridionale del partito, formatosi sui libri, ma ancor più nelle lotte a fianco dei più deboli, dei contadini degli sfruttati. Accusato e condannatomingiustamente dopo i disordini accaduti nell’occupazione delle terra nel 1950, era stato in prigione un anno e mezzo. Esce avendo deciso di dedicare la sua vita alla politica. Per me, allora giovane dirigente del FGCI, impegnata nel Movimento per la pace che univa idealmente la mia Umbria a Comiso, Pio La Torre era e rimane il simbolo della battaglia contro di Euromissili. Erano gli anni delle guerra fredda, degli SS-20 ad Est, dei Pershing e dei Cruise ad Ovest. Tom Benettollo, allora responsabile Esteri della Federazione giovanile, aveva intuito che stava per “esplodere ” in tutta Europa un grande movimento di massa per la pace e il disarmo. La Torre fu per tanti giovani pacifisti il punto di riferimento di una mobilitazione ampia, popolare. Andammo a Comiso in autobus da tutta Italia, raccogliemmo migliaia di firme sulla petizione da lui proposta. Imparammo a discutere con chi non la pensava come noi, a sostenere le nostre idee di fronte agli adulti del PCI che ci spiegavano la necessità di non essere unilaterali, di chiedere sempre che anche l’URSS rinunciasse ai suoi missili. Poi la storia, per fortuna, andò in un altro modo. I missili non vennero installati, cominciò una stagione di trattative per il disarmo, l’utopia che si potesse sicuri con meno armi atomiche entrò nella politica dei governi.
Il coraggio, il rigore morale, la forza umana e politica di Pio La Torre impaurirono la mafia e la mafia stroncò la sua vita il 30 aprile 1982 di 27 anni fa. Oggi la Camera dei Deputati lo ricorda per il suo contributo alla battaglia per la democrazia e la legalità. I gesti simbolici servono nella lotta alla mafia tanto quanto il contrasto concreto, le leggi e l’azione di repressione. Ecco perchè abbiamo duramente contestato la decisione del Comune di Comiso di cancellare l’intitolazione a La Torre dell’aereoporto. Una scelta sbagliata che cerca di rimuovere la memoria di un uomo che invece resta un simbolo positivo per la coscenza civile del Paese. Una scelta tanto più inaccettabile di fronte a fatti, come la progettata uccisione del sindaco di Gela Rosario Crocetta, che stanno lì a ricordarci, drammaticamente, come il crimine mafioso sia sempre in agguato.