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25 Novembre giornata contro la violenza alle donne: la polizia carica

Ieri sera ero in macchina e stavo tornando a casa dopo la palestra ed ho sentito la notizia a radio Popolare che, in Piazza Cadorna, un presidio di donne era stato caricato dalla polizia per ben due volte. Non sapevo il motivo del presidio e il motivo della carica. L’assurdo era che nella giornata contro la violenza alle donne la polizia fosse protagonista in prima persona di tale violenza.
Poi in rete ho trovato le informazioni che cercavo: il perchè del presidio e il perchè delle cariche. Nella giornata contro la violenza delle donne era stato organizzato un volantinaggio in Piazza Cadorna per informare, portare a conoscenza delle violenze che le donne immigrate clandestine detenute nei CIE, e in particolare in quello di via Corelli, subiscono da parte di coloro che in quei luoghi esercitano il potere. Nel caso di Via Corelli ci sono denuce nei confronti dell’ispettore capo Vittorio Addesso.
Il nodo del contendere, la causa delle cariche è stato uno striscione dove era scritto “Nei CIE la polizia stupra”.
Lo striscione è stato difeso ed è rimasto esposto. Nella seconda carica dalla polizia è stato sottratto il megafono per impedire al presidio di continuare con l’azione di informazione.
Il testo del volantino che è stato distribuito è il seguente:

Care signore e signorine,

tutte saprete che il problema della violenza sulle donne è di impellente attualità e si articola sotto svariate forme, dalla più cruenta alla più sottile e quotidiana.
Tutte avrete letto i dati ISTAT e scoperto che la maggior parte delle violenze si consuma tra le mura domestiche e viene compiuta da uomini italiani.
Tutte, una volta nella vita, vi sarete interrogate sull’influenza dell’immagine mediatica su ognuna di noi e sulle vostre bambine, scoprendo quanto il nostro corpo venga sfruttato e mercificato.
Tutte avrete affermato che non basta il 25 novembre, sarete uscite dal silenzio, urlando che è proprio questo a legittimare i sprusi.
Tutte, in questa giornata, avrete chiesto a gran voce più sicurezza, per poter essere libere di agire, senza dipendere dalla paura.
Tante di voi avranno cantato vittoria quando è stato approvato il decreto anti stupri, perchè facilita la denuncia da parte di ogni donna: dovrà essere creduta e, solo in un secondo tempo, smentita. Vittoria!
Oppure quando è stato approvato il pacchetto sicurezza, sono stati messi i militari a pattugliare le strade, hanno approvato le ronde cittadine, hanno aumentato a sei mesi il tempo di permanenza all’interno dei Centri di Identificazione ed Espulsione(CIE). Vittoria?
Eppure alcune non erano d’accordo ed hanno gridato che, in nostro nome, lo stato sdoganava una politica di razzismo e repressione passando senza scrupoli sui nostri corpi, altro che tutela delle sue donne!
Care signore, signorine, ora vi raccontiamo ciò che vi ostinate a non conoscere, rendendovi complici.
Vi ricordate i CIE, quei luoghi nei quali, anche per proteggerci, hanno rinchiuso per sei mesi immigrati ed immigrate, rei di non avere il permesso di soggiorno, grazie all’approvazione del pacchetto sicurezza?
Vi ricordate che, anche a Milano ne esiste uno? (Per chi fosse un po’smemorata e non si orientasse un gran che ricordiamo che si trova in via corelli. )
Ebbene, in questi luoghi vengono rinchiuse anche delle donne. Donne che conoscete: spesso lavorano nelle vostre case, accompagnano i figli nella stessa scuola dei vostri, o magari battono sotto le vostre finestre. Sono accomunate dal reato di non possedere il permesso di soggiorno.
Solitamente, dopo un controllo dei documenti(che non hanno) vengono prelevate dalla polizia e rinchiuse nelle gabbie di qualche Cie. Sono quelle che, d’un tratto, spariscono.
E che vita conducono le donne nei CIE? Questa non la ricordate proprio mai: violenze, soprusi, stupri, botte e minacce.
C’è il caso di Joy ed Hellen, che quest’estate hanno respinto il tentato stupro compiuto proprio dall’ispettore capo nel CIE di via Corelli,Vittorio Addesso, il quale poi, in occasione di una rivolta, le ha arrestate e picchiate, insieme alle altre. Joy ed Hellen hanno denunciato la violenza: Massimo Chiodini, responsabile crocerossa nel CIE, ha coperto Vittorio Addesso e la PM ha chiesto di mettere agli atti le loro dichiarazioni per poter procedere ad una denuncia per calunnia. La giudice ha accolto la richiesta.
E poi c’è Daniela, tuttora rinchiusa nel centro di Corelli: l’ispettore capo Vittorio Addesso, finchè lei non cederà alle sue richieste, la terrà per tutto il tempo che gli è consentito. Daniela, qualche settimana fa, per farsi rilasciare ha tentato di darsi fuoco.
E ce ne sono altre, signore e signorine. Le loro storie non sono giunte fino alle vostre orecchie? Non vi siete mai occupate di loro. Il vostro silenzio si è fatto complicità.
Eppure, tutto questo avviene in nostro nome, questo lo sapevate. Vi siete dimenticate che a uomini come Vittorio Addesso abbiamo delegato la nostra difesa: polizia, carabinieri, soldati. Lo Stato.
Ora lo sapete, signore e signorine. Non ci sono scuse: d’ora in avanti la vostra indifferenza sarà complicità. Scegliete da che parte stare.

Non ero presente e quindi non so quanto violente fossero le cariche. Il Corriere riporta che nessuno ha dovuto ricorrere alle cure del’ospedale. La cosa e’ strana visto che, sempre a detta del Corriere, c’erano a terra quattro ragazzi feriti che perdevano molto sangue.
Non ho trovato in rete nè foto nè filmati. Leggendo quindi i reseconti trovati in rete posso solo dire che non mi meraviglia questo atteggiamento della polizia, non mi meraviglia il fatto che si sta andando sempre più verso lo scontro fisico nelle piazze. Si stanno preparando a muso duro a bloccare tutte le iniziative di protesta civile che nei prossimi giorni e mesi verranno portate nelle piazza. La polizia viene usata contro i lavoratori i cassa integrati, gli studenti contro ogni forma di dissenso.

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