Comunicato stampa ANPI

Scopriamo, con preoccupazione, profondo sconcerto e indignazione che, dopo aver ridotto drasticamente il tempo dell’insegnamento scolastico della storia, nei nuovi programmi dedicati alla materia, tra tutti i fondamentali “nuclei tematici”, non compaiono l’Antifascismo, la Resistenza e la Liberazione. Si compie così un salto di ineguagliabile
acrobazia storiografica tra il fascismo e la conquista della democrazia nel nostro Paese che non è certo sorta spontaneamente dal nulla. Un’omissione pensata, riflettuta fino alla sua codificazione, essendo impossibile immaginare un atto dell’ignoranza. Scopriamo inoltre che dai consiglieri stessi del Ministro, On. Gelmini, arriva una giustificazione: “Lo
studio della Resistenza è importante ed è previsto nelle nuove indicazioni nazionali”.
Previsto, forse, ma non esplicitato. Perché? Ebbene, in virtù dell’impegno prospettato dal Ministro di voler educare alla cittadinanza e alla Costituzione i nostri ragazzi ed essendo la Costituzione stessa – come ben si sa – nata dalla Resistenza, dal sangue di migliaia di combattenti per la libertà, l’ANPI chiede che nei programmi definitivi di storia si ponga immediatamente rimedio ad un vuoto grave al quale non è estranea l’accondiscendenza al revisionismo antistorico di un Governo la cui maggioranza ha tentato vergognosamente di equiparare con una legge dello Stato i
repubblichini di Salò ai partigiani.
La Segreteria Nazionale dell’ANPI invita tutte le sue strutture locali a mobilitarsi con iniziative tempestive e adeguate insieme a tutto l’associazionismo antifascista e della Resistenza affinché – con piena consapevolezza dell’intollerabile progetto governativo che oscura i valori e i principi della nostra Repubblica e della nostra democrazia – vi sia una
forte, chiara, diffusa reazione delle forze politiche, dei sindacati, dell’associazionismo democratico oltre che determinati pronunciamenti in Parlamento e nelle Istituzioni locali.
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