Oggi ho trovato due lettere interessanti pubblicate su Repubblica una nella rubrica”Lettere commenti&idee” di Corrado Augias e una nella rubrica “Posta celere” Piero Colaprico. Comun denominatore : i mittenti, giovani studenti, l’argomento: la politica.
Leggendole mi e venuto da pensare che, forse, c’è speranza ancora che quest’Italia non dimostri, nel prossimo voto, di essere un paese perso, profondamente egoista e chiuso in se stesso, ma un paese ancora capace di dare speranza e di avere una visione aperta al bene comune.
Trascrivo le due lettere. Questa è la prima arrivata a Augias e pubblicata oggi 9 febbraio scritta da un gruppo di studenti del liceo Calini di Brescia
“Il lavoro dei giovani per migliorare la politica”.
Noi giovani abbiamo il dovere di attivarci per cambiare la politica, perchè criticare ciò che ci viene proposto non basta: bisogna impegnarsi per costruire insieme qualcosa di migliore. A chi dice che un singolo voto non conta nulla, rispondiamo che tutti i voti, come è giusto che sia, contano uguale. A chi dice che la politica è un mondo isolato, rispondiamo che è nostro dovere avvicinarsi ad essa. A chi dice che la politica non cambirà mai, rispondiamo che, se la si vuole cambiare, bisogna agire politicamente in prima persona.
E’ arrivato il momento di iniziare a costruire la politica: non è solo un nostro diritto, è un nostro dovere.
Qui ora la seconda lettera scritta da due studentesse di un liceo classico
Le idee tradite di Platone e Plutarco
Siamo due studentesse del quarto anno di liceo classico e cerchiamo di conciliare la realtà in cui viviamo con i valori trasmessi deagli uomini del passato che dopo secoli sono ancora vivi. Ci sentiamo tuttavia disorientate in quanto non individuaiamo una conciliazione tra piano teorico e piano reale nell’ambito politico e sociale.Ciò che studiamo non ha più valore o la società in cui viviamo ha perso i suoi valori? Qual’è la natura della politica?Secondo la concezione platonicariportata nell’opera “De Republica”, la dimensione politica è fondamentale per l’uomo, poichè esso, in quanto tale, si realizza solo in una dimensione collettiva. Tale dimensione deve riflettere i valori più alti:temperantia(moderazione),Fortitudo(forza d’animo)prudentia(capacità di distinguere ciò che è bene e ciò che è male),iustitia(giustizia).Secondo Platone queste virtù sono intrinseche in tutti gli uomini e i governanti per primi devono prenderne coscienza e renderli concreti nel quotidiano. Coloro che governano si devono mettere completamente a servizio della collettività come consiglia Plutarco:”Occorre condurre i cittadini senza timore verso il meglio”. I governanti devono porre al primo posto il bene comune e non se stessi, agendo secondo logica della gratuità e ogni cittadino è chiamato a fare di conseguenza. Come afferma l’economista Luigino Bruno “la gratuità è un modo di agire e uno stile di vita che consiste nell’accostarsi agli altri, a se stesso, alla natura, alle cose, non per usarli utilitaristicamente a nostro vantaggio, ma per riconoscere loro alterità, rispettarli e servirli”. Ogni cittadino, in quanto tale, è chiamato a prendere parte attivamente alla vita dello Stato mettendo a disposizione la propria unicità.Questa lettera vuole essere un invito non solo ad un presa di coscenza da parte della classe politica, ma anche un’esortazione a tutti i giovani che come noi si affacciano alla vita e a cui vogliamo dire di abbandonare le condizioni di bruco. per diventare farfalle.