Ecco dopo alcuni giorni dalla partenza ufficiale dell’EXPO faccio una piccola riflessione. L’inizio non è stato il massimo a Milano durante la classica May day ci sono state scene ed azioni che avremmo preferito non vedere, alcune vie del centro di Milano sono state messe a fuoco. Vetrine di negozi distrutte, machine incendiate e in alcuni casi anche negozi incendiati ed ovviamente le ragioni valide che erano le parole d’ordine del corteo, dei vari comitati No Tav, No Expo, No canal, comitati per la casa ecc sono state bruciate, annullate, non arrivate a causa della violenza inutile che parte del corteo ha espresso.
In questi anni non ho molto riflettuto sulla questione EXPO. L’ho sempre ritenuto anacronistico, in un mondo in cui l’evoluzione tecnologica e delle idee ormai è velocissima, pensare 7 anni prima a dei temi e a dei progetti si rischia che i risultati e proposte ormai obsolete. Ed ho trovato sempre incongruente l’argomento del “Nutrire il pianeta, energia per la vita” con la distruzione del territorio, delle zone agricole che è stata fatta in questi anni per dar spazio alle costruzioni dei padiglioni EXPO che dopo 6 mesi verranno smantellati lasciando solo un territorio ferito e non recuperabile.
Non so a cosa porterà l’EXPO, di certo ha già portato a pochi il rimpianguarsi delle proprie tasche, viste le innumerevoli inchieste che sono in corso per illeciti vari sulle gare ecc, a molti ha portato molto lavoro e porterà molto lavoro e fatica senza la corresponsione di un giusto stipendio, ha portato e porterà sfruttamento e “schiavitù”. Il Papa parla di “… un’occasione propizia per globalizzare la solidarietà. Cerchiamo di non sprecarla ma di valorizzarla pienamente!”. Ha fatto un bel discorso ( che trovate sotto) ma sono molto pessimista non mi sembra che ci siano I presupposti perchè le speranze del Papa si realizzino.”.
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO IN OCCASIONE DELL’INAUGURAZIONE DI EXPO MILANO 2015 ( 1 Maggio 2015)
Cari fratelli e sorelle,
buongiorno!
Sono grato per la possibilità di unire la mia voce a quelle di quanti siete convenuti per questa inaugurazione. E’ la voce del Vescovo di Roma, che parla a nome del popolo di Dio pellegrino nel mondo intero; è la voce di tanti poveri che fanno parte di questo popolo e con dignità cercano di guadagnarsi il pane col sudore della fronte. Vorrei farmi portavoce di tutti questi nostri fratelli e sorelle, cristiani e anche non cristiani, che Dio ama come figli e per i quali ha dato la vita, ha spezzato il pane che è la carne del suo Figlio fatto uomo. Lui ci ha insegnato a chiedere a Dio Padre: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. La Expo è un’occasione propizia per globalizzare la solidarietà. Cerchiamo di non sprecarla ma di valorizzarla pienamente!
In particolare, ci riunisce il tema: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Anche di questo dobbiamo ringraziare il Signore: per la scelta di un tema così importante, così essenziale… purché non resti solo un “tema”, purché sia sempre accompagnato dalla coscienza dei “volti”: i volti di milioni di persone che oggi hanno fame, che oggi non mangeranno in modo degno di un essere umano. Vorrei che ogni persona – a partire da oggi –, ogni persona che passerà a visitare la Expo di Milano, attraversando quei meravigliosi padiglioni, possa percepire la presenza di quei volti. Una presenza nascosta, ma che in realtà dev’essere la vera protagonista dell’evento: i volti degli uomini e delle donne che hanno fame, e che si ammalano, e persino muoiono, per un’alimentazione troppo carente o nociva.
Il “paradosso dell’abbondanza” – espressione usata da san Giovanni Paolo II parlando proprio alla FAO (Discorso alla I Conferenza sulla Nutrizione, 1992) – persiste ancora, malgrado gli sforzi fatti e alcuni buoni risultati. Anche la Expo, per certi aspetti, fa parte di questo “paradosso dell’abbondanza”, se obbedisce alla cultura dello spreco, dello scarto, e non contribuisce ad un modello di sviluppo equo e sostenibile. Dunque, facciamo in modo che questa Expo sia occasione di un cambiamento di mentalità, per smettere di pensare che le nostre azioni quotidiane – ad ogni grado di responsabilità – non abbiano un impatto sulla vita di chi, vicino o lontano, soffre la fame. Penso a tanti uomini e donne che patiscono la fame, e specialmente alla moltitudine di bambini che muoiono di fame nel mondo.
E ci sono altri volti che avranno un ruolo importante nell’Esposizione Universale: quelli di tanti operatori e ricercatori del settore alimentare. Il Signore conceda ad ognuno di essi saggezza e coraggio, perché è grande la loro responsabilità. Il mio auspicio è che questa esperienza permetta agli imprenditori, ai commercianti, agli studiosi, di sentirsi coinvolti in un grande progetto di solidarietà: quello di nutrire il pianeta nel rispetto di ogni uomo e donna che vi abita e nel rispetto dell’ambiente naturale. Questa è una grande sfida alla quale Dio chiama l’umanità del secolo ventunesimo: smettere finalmente di abusare del giardino che Dio ci ha affidato, perché tutti possano mangiare dei frutti di questo giardino. Assumere tale grande progetto dà piena dignità al lavoro di chi produce e di chi ricerca nel campo alimentare.
Ma tutto parte da lì: dalla percezione dei volti. E allora non voglio dimenticare i volti di tutti i lavoratori che hanno faticato per la Expo di Milano, specialmente dei più anonimi, dei più nascosti, che anche grazie a Expo hanno guadagnato il pane da portare a casa. Che nessuno sia privato di questa dignità! E che nessun pane sia frutto di un lavoro indegno dell’uomo!
Il Signore ci aiuti a cogliere con responsabilità questa grande occasione. Ci doni Lui, che è Amore, la vera “energia per la vita”: l’amore per condividere il pane, il “nostro pane quotidiano”, in pace e fraternità. E che non manchi il pane e la dignità del lavoro ad ogni uomo e donna.