Proprio non riesco più a concepire, il muro contro il muro, la gara a chi urla di più, l’insulto l’arroganza e la volgarità come mezzo di sopraffazione sull’altro.
E’ triste vedere la pochezza delle persone, l’ignoranza, il trash culturale che ci circonda, la gara a chi fa più scandalo e a chi compie l’impresa più schifosa e vomitosa ( vedi le trasmissioni tipo Grande Fratello, Isola dei famosi e le prove a cui sono sottoposti i partecipanti).
In televisione vedere il bello è veramente difficile, pieno di trasmissioni trash, volgari, e urlate poi ci si meraviglia di fatti di cronaca di violenza inaudita ( come la bottiglia molotov contro due senza fissa dimora a Palermo, o l’anziano pestato a sangue da una banda di ragazzi a Mazara)
Sono una drogata di Facebook nel senso che ci navigo più volte al giorno, vado a vedere i post sulla mia bacheca, quando però vedo nei commenti con insulti e violenza verbale a difesa di una posizione ( in questo periodo sono attenta ai post per il Referendum) sono tentata di non partecipare al Referendum per non confondermi con quell’infinità di persone che non sanno dialogare presentando la propria posizione senza insultare ed umiliare l’altro, quello con una posizione diversa.
Ma questo atteggiamento di derisione, di umiliazione dell’altro lo tengono i politici nei confronti dell’avversario politico, dei poteri di controllo come la magistratura, delle classi di lavoratori ( insegnanti, pubblico impiego), delle parti sociali ( sindacati di categoria) e poi ci si domanda come mai non c’è più quel senso di rispetto e di riconoscimento dell’autorità, perché i genitori si sentono autorizzati ad aggredire gli insegnanti che riprendono un comportamento sbagliato del figlio, che assegnano compiti, che mettono cattivi voti per prove fallite e poco impegno e serietà dimostrati nell’affrontare la scuola.
A volte mi viene la tentazione di chiudermi in casa, di spegnere tutto, di isolarmi dal mondo, vorrei essere sorda per non sentire e cieca per non vedere ma poi capisco che questo non sarebbe vivere ed io voglio vivere. Ma voglio vivere a modo mio senza urlare e senza sopraffare nessuno cercando di parlare, di dialogare e se non riesco a dialogare preferisco stare in silenzio.