Ivrea-Cavaglià

Secondo la guida la tappa si doveva concludere a Viverone.

Sono arrivata a Viverone alle 13 circa dopo 4 ore di camminata, molta su asfalto anche se strade isolate e per nulla trafficate.

A Viverone non ci sono ostelli ho trovato un B&B chiuso, ho chiamato ma, il gestore non era in zona per cui non poteva venire.

Visto il paese deserto, senza negozi e senza nulla di interessante, ho telefonato all’ostello dì Cavaglià per verificare la disponibilità per cui ho prosguito il cammino per un’altra oretta anche se i miei piedi urlavano riposo.

E devo dire che ne è valsa la pena. Sono stata accolta bene, sono la seconda pellegrina di quest’anno. L’ostello è una stanza grande con 7 letti e un bagno. L’ostello di Pont-Saint-Martin rimane per ora la miglior struttura.

La tappa, anche se per la maggior parte si è svolta su asfalto, è stata un po’ faticosa almeno per me non allenata, alla mia prima esperienza e con uno zaino sulle spalle piu grosso di me, visto che sono piccolina. Comunque anche qui panorami che aprono il cuore.

Durante il percorso però mi sono domandata se  fosse esplosa una bomba atomica perché non ho quasi incontrato anima viva.

Ed altra riflessione è stata che viviamo in un mondo triste, dove le persone hanno paura e non sono capaci di sorridere. Le poche persone che ho incontrato e salutato, per lo più, non hanno risposto al saluto, alcune hanno fatto un mezzo sorriso.

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