Oggi Ignazio Cutrò imprenditore testimone di giustizia si è incatenanto davanti al Viminale insieme a Valeria Grasso per riuscire ad essere ascoltato dallo Stato dal quale si sente abbandonato.
In riferimento al comunicato stampa rilasciato dal Ministero dell’Interno, si fa presente che ad oggi non è stata avanzata nessuna richiesta di entrare a far parte del sistema di protezione e che al momento non si intende avanzarne, ma si chiede semplicemente aiuto allo Stato: voglio solo lavorare con la mia azienda. Nei giorni scorsi è stata inoltrata una lettera all’U.C.I.S. con la quale si faceva presente la situazione in cui vivo con la scorta, e con la mia famiglia che non dispone di tale protezione: che senso ha proteggere me e non loro? Diverse autovetture, per non dire tutte, messe a disposizione dall’arma dei carabinieri riportavano diversi problemi, a partire dalla puzza di benzina nell’abitacolo a finire al sistema frenante fuori uso mentre si viaggiava ad alta velocità. Per quanto riguarda la concessione dei risarcimenti danni, mi è stato permesso solo di comprare nuove attrezzature, le quali sono parcheggiate nella mia proprietà per mancanza di commesse: a che serve comprare mezzi se la mia azienda non esiste più? Le cifre non è stato possibile destinarle per poter pagare le tasse, per sfamare la mia famiglia o per pagare gli altri debiti, almeno questo per come mi è stato detto in Prefettura.
Ignazio Cutrò