Quello della FIOM non è stato un NO facile ma è stato un NO coerente al suo statuto. E personalmente sono orgogliosa di appartenere ad un sindacato che nel proprio statuto ha il seguente articolo :
Art. 7 (Democrazia sindacale)
….
f) E’ fatto espressamente divieto di sottoporre al voto tutto ciò che riguarda i diritti indisponibili delle lavoratrici e dei lavoratori.
E quindi non è ammissibile sottoporre a votazione un accordo che prevede di fatto la perdita del diritto di sciopero, metta a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Non riesco ancora a capacitarmi che ci siano dei sindacati invece che ritengano questi diritti cedibili.
Il rischio è che se passa questo principio il ritorno alla situazione prima del 1971 ( approvazione dello statuto dei lavoratori) è breve.
Il rischio di veder sospesi i propri diritti costituzionali in cambio di una soppravivenza non dignitosa è molto vicino.
Che nessun lavoratore pensi “..non è un problema mio è un problema degli operai di Pomigliano”. Con questo accordo sono in gioco i diritti di tutti i lavoratori.
Ricordo a tutti alcuni articoli della nostra costituzione
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 23.
Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge.
Art. 36.
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.