Tra alcuni giorni festeggeremo i 150 anni dell’unità d’Italia.
E’ una festa importante: è la festa della nostra identità di cittadini.
Ma i nonni che Italia lasciano ai loro nipoti ?
Certamente avrebbero voluto lasciare un Paese molto migliore di quello attuale, largamente sfigurato nel paesaggio, attraversato da grandi diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza, martoriato da una endemica criminalità organizzata, oppresso da un enorme debito pubblico, infettato da un’area troppo vasta di evasione fiscale, incerto perfino sulla tenuta delle sue istituzioni.
Di tutto questo i nonni portano gravi responsabilità, se solo pensiamo che di questi 150 anni almeno un terzo sono stati da loro vissuti in prima persona.
Tuttavia i nonni devono dire ai nipoti: coraggio, non disperate!
Festeggiamo 150 anni dello stato unitario, e questo, è un bene prezioso, ma lo stato è solo l’organizzazione giuridica della nazione e della patria, che sono entità molto più ampie e profonde. Se guardiamo alla nazione e alla patria la storia è molto più lunga di 150 anni. E da qui, voi potete trarre forza per andare avanti. Non avete soltanto, come punti di riferimento i grandi del passato: Dante e Petrarca, Machiavelli e Galilei, Michelangelo e Caravaggio, Vico e Volta, Leopardi e Manzoni, ma anche: Marconi, Croce, Fermi, Einaudi, Calamandrei, Spinelli, Bobbio, Levi Montalcini e tanti altri.
Oggigiorno i problemi sono tanti e quindi tante le preoccupazioni, ma anche nel passato le precedenti generazioni hanno dovuto affrontare avversità e sacrifici.
Non ci sono stati soltanto i martiri del Risorgimento, incarcerati dalle polizie segrete e caduti davanti ai plotoni di esecuzione, ci sono stati i caduti della prima guerra mondiale, i sacrifici di tutta la popolazione durante la guerra, ci sono state le sopraffazioni, le torture, i confini, le deportazioni del regime fascista, c’è stata la distruzione delle città della seconda guerra mondiale e milioni di morti. E dopo: il mondo spaccato in due, l’incubo di una guerra termonucleare che avrebbe potuto annientare l’umanità, e il terrorismo con gli anni di piombo e …basta!
I nonni e i padri dei loro padri hanno fatto tanto di buono e di meno buono, ora tocca a voi ma non disperate. Prendete coscienza di questi 150 anni con tutte le loro luci e le loro ombre: per rimediare ai guasti del paesaggio, per migliorare la macchina dello stato, per ridurre le diseguaglianze tra i cittadini, per crescere nella considerazione delle nazioni, per essere più europei e più cittadini del mondo, per fare un altro pezzo di strada.
E quando sarete nonni e festeggerete i 200 anni dell’unità d’Italia non dimenticate di parlare ai vostri nipoti dell’eredità che hanno ricevuta e di dare loro conforto di speranza nel loro futuro.