Da due anni, come attività di volontariato seguo bambini ospitati con le loro mamme, nella struttura di Via Zumbini 6 in temporanea difficoltà o emergenza abitativa.
Inoltre da quando sono a casa vado un giorno alla settimana al “Pane Quotidiano“. Settimana scorsa le mie due attività sono state pesanti e mi hanno interrogato sul perché del mio gesto. Ho provato fatica lunedì con una fratello e una sorella di 10 e 8 anni che mi sfidano, non rispettano nulla e nessuno e richiedono l’assoluta attenzione. E Mercoledì è stato pensante continuare a sorridere anche di fronte alle persone che rifiutavano schifate delle banane con la buccia scura ma dentro buone , banane che io ho mangiato e avrei portato a casa. Mi sono domandata quale era il loro reale bisogno, non la fame perché se lo fosse non rifiuterebbero schifati un frutto con un piccolo difetto.
Ne ho parlato con Vittoria e sono andata a rileggere il libro “il senso della caritativa” di Don Luigi Giussani e questa settimana è andata meglio. Ho provato a guardare i due fratelli e a parlare con loro senza giudicarli ed, oggi con tutte le persone che al Pane quotidiano che mi sono passate davanti, oltre che ad augurare buona giornata, donare un sorriso, ho provato anche a scambiare qualche parola ed ho provato a guardarli come vorrei essere guardata io senza pregiudizi e giudizi.
Non faccio volontariato/caritativa per sentirmi dire che brava o altro ma prechè come dice don Giussani nel testo “Quando c’è qualcosa di bello in noi, noi ci sentiamo spinti a comunicarlo agli altri. Quando si vedono altri che stanno peggio di noi, ci sentiamo spinti ad aiutarli in qualcosa di nostro. Tale esigenza è talmente originale, talmente naturale, che è in noi prima ancora che ne siamo coscienti e noi la chiamiamo giustamente legge dell’ esistenza.Interessarci degli altri, comunicarci agli altri, ci fa compiere il supremo, anzi unico, dovere della vita, che è realizzare noi stessi, compiere noi stessi.”