Sono stanca della situazione in cui ci troviamo e sono preoccupata sia del presente sia del futuro. Appartengo ad un gruppo di persone fortunate: sono una pensionata con una pensione che mi permette di vivere più che dignitosamente. Sono anche abbastanza giovane anche se ho più di 60 anni ho una salute abbastanza buona, unico neo un tumore al seno 5 anni fa preso in fase iniziale grazie a controlli di prevenzione annuali che effettuavo e che effettuo tuttora. Quindi il COVID poteva non essere per me un problema, avrei potuto andarmene in giro senza mascherina, senza adottare le misure che ci sono state richieste ecc. invece mi sono sempre attenuta alle regole e non perché avessi paura del COVID, ma semplicemente perché il mio pensiero era rivolto agli altri, alla mia famiglia, alle persone anziane che mi circondavano, alle persone fragili. E’ stato evidente fin da subito che il COVID era molto contagioso e che se per molti poteva non essere fatale, per altri poteva esserlo e che data l’alta contagiosità anche se percentualmente i casi gravi potevano essere pochi, data la grande massa di contagiati, in numeri assoluti i casi gravi potevano essere alti e visto che questi avevano bisogno di terapie intensive e di posti letto era evidente che il punto era se il nostro sistema sanitario fosse in grado di reggere la situazione. E da semplice cittadina e utente del sistema sanitario, senza aver bisogno di tecnici ed esperti, mi era chiaro che questa massa in più di ammalati avrebbe tolto risorse agli altri ammalati. Per questo ho seguito le regole richieste per un semplice senso civico per non essere un caso che intasava gli ospedali e per non essere veicolo di malattia nei confronti di persone più fragili. Ed era evidente che tutto quello che ci veniva chiesto, per molti sarebbe stato molto doloroso dal punto di vista economico. Ma pensavo che questo sacrificio avrebbe portato un bene per tutti: la salute. Ci è stato chiesto un sacrificio di qualche mese e sembrava che in Italia spirasse un nuovo vento, un vento fatto di solidarietà, di collaborazione. Invece sono bastati 2 mesi per gettare al vento i sacrifici fatti, ci si è dimenticato presto delle file di camion militari pieni di bare che lasciavano Bergamo, ci si è dimenticati facilmente del sacrificio di decine e decine di infermieri, dottori, lavoratori essenziali che sono morti per senso di responsabilità nello svolgere il loro lavoro. Si è ritornati presto a pensare al proprio e non alla comunità e così tutto è stato riaperto e tutti a correre a vivere come se non ci fosse stato il COVID e se il COVID non fosse ancora in agguato anche se tutti sapevano che sarebbe ritornato. Ho fatto solo 2 giorni di vacanza sono andata in Liguria ed ho deciso di rimanere per il resto del tempo a Milano. Una volta sola sono stata al ristorante e mi è stato chiaro che l’inverno sarebbe stato durissimo. Camerieri che tenevano la mascherina al collo e servivano al tavolo senza mascherina ( ho dovuto intimare al cameriere di mettersi la mascherina quando serviva al nostro tavolo) ma nessun altro che era lì a mangiare ha pretesto la stessa cosa. Di certo tanti ristoratori sono stati ligi nel seguire le regole ma tanti hanno solo operato nel proprio interesse e tanti di noi non hanno preteso il rispetto delle regole. E che dire delle discoteche ed altri luoghi di movida. I controlli sono stati pochi. Molti di noi hanno pensato che dopo un periodo di lockdown si meritavano vacanze da urlo. E allora spostamenti per tutta l’Italia e all’estero. E ora questo: ospedali allo stremo, malati oncologici privati delle terapie che potrebbero salvarli o aiutarli a vivere più a lungo e meglio, infartuati che non vanno in ospedale per tempo purché hanno paura e quindi muoiono e ora ce la prendiamo con il governo, con i politici, con tutti ma non con noi stessi. Noi non siamo responsabili, i responsabili sono altri. Solidarietà, collaborazione sono sentimenti spariti. Certo la politica ha la sua responsabilità perché molte regioni nei mesi di pausa non hanno implementato la medicina di territorio, non hanno previsto piani adeguati per affrontare una seconda ondata che era più che mai prevista e prevedibile ma prima di tutto dovremmo essere onesti con noi stessi e domandarci se noi abbiamo fatto il possibile per evitare ciò che è successo. Abbiamo adottato le indicazioni che ci avevano chiesto di adottare: mascherina, distanza, igene? Io non credo perchè non saremmo a questo punto. Anche ora che in Lombardia siamo zona rossa vedo che continua un comportamento non rispettoso delle regole. Bar che potrebbero fare solo l’asporto aperti dove le persone entrano prendono il caffè che dovrebbe essere d’asporto e rimangono invece nel bar o nelle immediate vicinanze. Negozi che non rientrano nelle categorie di apertura che rimangano con saracinesca mezza alzata ma che servono comunque, gente per strada senza mascherina e nessuno di noi che dice nulla perché la colpa è del governo e non nostra la colpa, è dei controlli che mancano ma cosa pretendiamo un poliziotto ogni metro? e poi ci lamenteremmo se le indagine sui grossi crimini si fermassero. Non possiamo di pensare di delegare ad altri il nostro benessere senza prenderci le nostre responsabilità. Ci speravo molto in un colpo di dignità da parte di tutti invece vedo una regressione nell’egoismo ed indivualismo che mi fa paura.