Consolate, consolate il mio popolo…è finita la sua schiavitù! Isaia 40,1-3

Di Giuseppe Scalella OSA

Stamattina, dopo una nottataccia,sono sceso in chiesa a confessare. In attesa di qualche penitente, ho apertoil messale con le letture della liturgia di
questa seconda domenica d’Avvento: “Consolate, consolate il mio popolo…
Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è
compiuta…
Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore…»… Alza la voce, non temere: Ecco il vostro Dio!” Nel deserto di questo nostro tempo,
segnato da una pandemia che non conosce fine e da tante situazioni nostre
che ci fanno soffrire non poco, risuona un grido: “Ecco il vostro Dio!”.
Come un bambino, dopo essersi perso tra la folla, nel bel mezzo di un pianto disperato si sente dire: “Ecco la mamma,non piangere!”. Quante volte mi è capitato, quando ero piccolo! E capita adesso che ho settant’anni.
Sì, perchè anche a settant’anni siamo piccoli, come i bambini. E abbiamo
bisogno di un Dio che ci consoli. E Dio arriva a consolarci. Stamattina è arrivato con quelle parole di Isaia che ho trovate sul messalino. Può arrivare in tanti modi,spesso non condivisibili e apprezzabili da
parte nostra. Basta un soffio, un cenno, una lettura appunto… ma lui arriva e fa nuovo tutto, come questa mattinatta viterbese, piovosa e grigia.

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