560 innocenti furono trucidati dai nazifascisti Sant’Anna di Stazzema. Uomini, donne, partorienti, neonati fu una strage inaudita perpetuata ad opera di reparti di SS e di collaborazionisti italiani. Non fu un atto di rappresaglia ma fu un atto terroristico, un’azione premeditata che aveva come obiettivo quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione e rompere ogni forma di collegamento con i partigiani della zona. Una strage che ebbe una verità storica e una giusitizia solo 60 anni dopo grazie al ritrovamento avvenuto nel 1994 a Roma negli scantinati di Palazzo Cesi, di un armadio chiuso e girato con le ante verso il muro, ribattezzato poi “Armadio della vergogna”, poiché nascondeva da oltre 40 anni documenti che sarebbero risultati fondamentali ai fini di una ricerca della verità storica e giudiziaria sulle stragi nazifasciste in Italia nel secondo dopoguerra. Partirono quindi le indagini che portarono al processo davanti al tribunale militare di La Spezia nel 2005 che portò alla condanna all’ergastolo per dieci ex SS colpevoli del massacro. Condanne confermate in Appello e in Cassazione
Potete trovare tutta la documentazione, gli atti del processo al sito www.santannadistazzema.org
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