Fonte: Repubblica.it
di : Pietro Ancona
Corradino Mineo è giornalista di razza. Proviene dal laboratorio siciliano de “l’Ora” dal quale sono uscite personalità importanti sparse in molte testate con posizioni di primo piano. Stamane, nel commentare l’attacco di Susanna Camusso a Marchionne, si è lasciato sfuggire una opinione assai acuta di persona che capisce il sottofondo delle cose. Ha detto che la Camusso ha lanciato una opa sulla vertenza che la Fiom ha con la Fiat. In sostanza tenta di impadronirsene e lo fa nel modo più scaltro, più demagogico, più “italiano”: attaccando Marchionne del quale, come sappiamo, ha mostrato di volerne assecondare le scelte fin da Pomigliano d’Arco. Il tentativo è di rubare la scena a Landini ed estrometterlo o gregarizzarlo.
L’attacco della Camusso a Marchionne, mediaticamente strepitoso e supertitolato da tutta l’informazione nazionale, è la prosecuzione del tentativo di scippo fatto domenica scorsa dalla segreteria della CGIL: mira a sottrarre alla Fiom la vertenza che la CGIL vorrebbe gestire direttamente, escludendo la Fiom, come gestisce direttamente la questione delle pensioni escludendone da sempre il sindacato pensionati pur essendo questo da solo la metà di tutta la forza della CGIL. Sappiamo la terribile fine fatta dal sistema pensionistico italiano.
Perchè vuole sottrarre alla Fiom la vertenza in corso? Perchè la CGIL ha cambiato nel profondo la sua stessa identità: è legata al PD di cui costituisce la dote nell’offerta che questo fa a Confindustria. E’ legata a Cisl, Uil e Confindustria in migliaia di enti bilaterali che costituiscono una grossa realtà nel campo della cosidetta sussidiarietà. Cgil, Cisl,UIL ed associazioni padronali sono diventati delle grandi corporations che gestiscono servizi ed offrono prodotti finanziari o di integrazione previdenziale. Queste realtà hanno legato indissolubilmente i sindacati al padronato italiano creando una mostruosa anomalia. I sindacati italiani sono diversi da quelli di tutti gli altri. Siamo al conflitto di interesse tra Sindacati e lavoratori. Gli interessi dei sindacati tendono a confliggere sempre di più con quelli dei lavoratori i quali sono stati passivizzati e non sono che la base sfruttata con la trattenuta sindacale e con le cessioni che vengono imposte dai contratti. Dentro le Confederazioni non contano più niente.
La Camusso non dice le cose che direbbe se fosse in buona fede e se il suo scopo non fosse quello di fare subire ai metalmeccanici le scelte della Fiat. Dovrebbe annunziare lo sciopero generale dei lavoratori italiani in difesa del contratto di lavoro non solo per i meccanici ma per tutte le categorie e sopratutto dovrebbe chiedere l’annullamento del referendum che non è altro che terrorismo padronale contro gli operai. “Se non fate come dico io me ne vado.” Dovrebbe ricordare che la Fiat è anche proprietà dei suoi operai che l’hanno salvata dai nazisti. La Fiat per cento anni si è nutrita del sangue e del sudore dei suoi lavoratori ed ha arricchito la famiglia Agnelli, una famiglia alla quale bisognerebbe togliere la cittadinanza italiana, che oggi se ne sta acquattata ad aspettare che gli operai spinti dalla disperazione cedano al ricatto del sovrastante Marchionne,.
Esistono dubbi legittimi sulla volontà reale della Fiat di spendere venti miliardi in Italia. L’unica cosa certa è che avremo ancora due anni di cassa integrazione e che non si sa niente del piano di sviluppo. Il progetto di fare Suv a Torino per venderli negli USA importando a Torino motori dagli USA appare quanto meno singolare. Forse tutto il gioco di annunzi e di silenzi, di investimenti e di aggressioni ai lavoratori è un teatro allestito per la Borsa e per la speculazione finanziaria. Marchionne dice che vuole affidamenti a scatola chiusa dagli operai italiani imprigionandoli in una rete di regole da caserma. Ma è proprio lui ad essere inaffidabile.