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Donne inventrici: come hanno rivoluzionato il mondo

Il genio femminile

Numerose quanto rivoluzionarie sono state le invenzioni introdotte proprio dalle donne. Il genio femminile infatti ha lasciato ai posteri invenzioni che hanno modificato la vita di ognuno, puntando al progresso ma anche alla facilitazione di compiti e incombenze tipicamente femminili.
Vediamo quindi come si è arrivati alla lavatrice piuttosto che al tergicristallo, passando per il reggiseno fino al computer. E’ stata lunga anche la strada perché arrivassero a essere realizzate cosi come oggi le conosciamo.

La “macchina” per lavare vestiti e piatti

Una delle incombenze femminili che portavano via tempo e fatica era proprio il bucato.
Un prototipo di “lavatrice” fu messo a punto da un teologo di Ratisbona, tale Jacob Christian Schäffern nel 1767. Bisogna attendere fino alla fine del ‘800 quando ben 49 brevetti furono presentati per lo più da donne per macchine lavatrici.

Quella che fu più apprezzata rimase la “lavatrice” di Margaret Colvin, a cui attribuì il nome di Triumph Rotary Washer. Finalmente nel 1906 sempre una donna, Alva Fisher, inventò quella elettrica, anche se il modello ebbe bisogno di perfezionamenti per il pericolo di corto circuiti, dovuti alla vicinanza dell’elettricità con l’acqua. Solo negli anni ’30 fu perfezionata in tal senso e oggi abbiamo lavatrici intelligenti, economiche, con funzione asciugatrice e di capienza diversa, ma comunque comode.
La macchina per lavare i piatti invece fu inventata nel 1886 da una signora benestante, Josephine Cochrane, che quasi per sfizio volle alleggerire il lavoro della servitù ed evitare la rottura frequente delle stoviglie. Non ebbe subito successo ma fu molto apprezzata da ristoranti ed esercizi pubblici per poi arrivare anche nelle case.

La biancheria intima femminile

E’ davvero lunga la storia che ha portato a quella che oggi noi conosciamo come biancheria intima femminile.Fin dal tempo dei romani, in cui le donne usavano indossare il “mammillare” il seno è sempre stato oggetto di attenzione.
I romani usavano appiattirlo il seno se era troppo vistoso, mentre per esaltare quello piccolo si usava lo strophium. Le donne sportive greche indossavano l’apodesmo di tipo contenitivo.
Nel Medioevo si iniziò a usare un corpetto di pelliccia, il pelicon, mentre durante il Rinascimento furono i busti a diventare il tormento delle donne. Stecche di balene contenitive e modellanti impedivano di respirare liberamente e provocavano anche malformazioni ossee.
Per fortuna nel 1914 si impose il reggiseno grazie a Mary Jacobs, che lo inventò per ovviare a un vestito molto scollato e con trasparenze.
Oggi il reggiseno è hi-tech per segnalare tramite parametri fisiologici di chi lo tocca se si è in pericolo, aiuta chi non ha forme prorompenti (per esempio con quello imbottito ma che segue le movenze). Rimane comunque un’arma di seduzione insostituibile.

Il computer e la contraccezione

L’antenato del computer fu inventato prima da un uomo, Charles Babbage scienziato inglese, ma perfezionato da una donna, Augusta Ada King, che nel 1871 creò il linguaggio. La pillola come la conosciamo oggi si deve invece a Margaret Sanger, che introdusse nel 1916 un farmaco per impedire le gravidanze, che però rimase fino al 1940 esclusivamente curativo.
L’americana Mary Anderson inventò i tergicristalli per evitare incidenti e ritardi quando prendeva il taxi. Ad altre donne si deve l’invenzione della scatola per la pizza, dei lampioni pubblici a gas, della guida per evitare che i mezzi su rotaia deragliassero, della sedia a rotelle e di molto altro.

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