La fede nelle cose che non si vedono

Di Giuseppe Scalella OSA

Dedicare alcune pagine agli scritti di s. Agostino, ci consente di accostarci al suo carisma e al suo insegnamento.

L’influenza di Agostino è, certo, più marcata negli ambiti accademici e intellettuali, ma noi, come suoi figli spirituali vorremmo av­ vicinarlo sempre di più all’uomo comune perché certi che la sua esperienza e il suo insegnamento possono ancora contribuire in modo notevole alla crescita della fede.

i sono alcuni i quali ritengono che la religione cristiana debba essere derisa piuttosto che accettata, perché in essa, anziché mostrare cose che si vedono, si comanda agli

uomini la fede in cose che non si vedono.

Dunque , per confutare coloro ai quali sembra prudente rifiutarsi di credere ciò che non possono vedere , noi, benché non siamo in grado di mostrare a occhi umani le realtà divine che crediamo, tuttavia dimostriamo alle menti umane che si devono credere anche quelle cose che non si vedono […] (A costoro) va ricordato quante cose non solo credano ma anche conoscano, che pure non possono vedere con  tali  occhi.  Già nel nostro animo, che è di natura invisibile , ce ne sono innumerevoli. […]

Che c’è di più manifesto, di più evidente, di più certo dell’interiore visione dell’animo? Come dunque possiamo non credere ciò che non vediamo con gli occhi del corpo, quando ci accorgiamo di credere o di non credere pur non potendo giovarci degli occhi del corpo?

Se questa fede fosse eliminata dalle vicende umane, chi non si avvede di quanto  scompiglio  si  determinerebbe in  esse  e di quale orrenda confusione ne seguirebbe? Se non devo credere a ciò che non vedo, chi infatti sarà riamato da un altro, dal momento che in se stesso l’amore è invisibile? Pertanto finirà del tutto l’amicizia , perché essa non consiste in altro che nell’amore reciproco. Quale amore infatti si potrà ricevere da un altro, se non si crede affatto che sia stato dato? Con la fine dell’amicizia poi non resteranno saldi nell’animo né i vincoli matrimoniali né quelli di consanguineità  né quelli di parentela, poiché anche in essi vi è senz’altro un comune modo di sentire basato sull’amicizia.

I coniugi dunque non potranno amarsi a vicenda,  quando, non potendo vedere l’ amore come  tale,  l’uno  non  crederà di essere amato dall ‘ altro. Essi non desidereranno avere figli, poiché non credono che saranno da essi ricambiati. E costoro, se nascono e crescono, ameranno molto di meno i loro genitori, non vedendo nel loro cuore l’amore verso di sé, dato che è invisibile ; naturalmente , però, qualora il credere le cose che non si vedono è segno di colpevole impudenza e non di lodevole fede. […]

D’altra parte, se non è ingenua, è quanto meno odiosa questa cautela per la quale noi  non crediamo  di  essere  amati  per il fatto che non vediamo l’ amore di chi ci ama, e pertanto non ricambiamo a nostra volta coloro che  non ci  riteniamo in dovere di ricambiare. Fino a tal punto perciò le cose umane sono sconvolte , non credendo ciò che non vediamo, da essere distrutte fino alle fondamenta, se non crediamo a nessuna volontà d’ uomo , che di certo non possiamo vedere. Sbagliano di molto quelli che pensano che noi crediamo in Cristo senza alcun indizio nei suoi confronti: infatti, quali indizi sono più chiari di quelli che, ora, noi vediamo essere stati preannunciati ed essersi compiuti? Voi che ritenete che non vi sia alcun indizio perché si debbano credere, su Cristo, cose che non avete visto, fate attenzione a quelle che vedete. La Chiesa stessa vi parla, con parole di materno affetto: “Io, che voi ammirate fruttificare e crescere, attraverso il  mondo in tero, qual voi mi vedete, un tempo non fui; ma nel tuo seme saranno benedette tutte le genti” (Gn 22, 18) . […] Se non vedeste questa regina, ora anche feconda di prole regale […] se queste cose non si facessero conoscere con così grande evidenza che gli occhi dei nemici non sanno da quale parte girarsi per non essere colpiti dalla loro evidenza e non essere costretti ad ammetterle chiaramente: allora, forse, avreste ragione a dire che non vi viene mostrato nessun  indizio, visto il quale possiate credere anche a ciò che non vedete . Se, in vece, queste cose, che vedete , furono predette molto tempo prima e si sono compiute con parole, poi con il loro compimento, affinché crediate a ciò che non vedete , o resti dell’ in fedeltà, arrossite per le cose che vedete.

“Volgetevi a me –  dice a voi  la Chiesa –  volgetevi  a me, che vedete, anche se non volete vedere”. […]

Tutte  quelle cose che riguardo  a Cristo sono  state già fatte  e sono passate, non le avete viste, ma non potete negare di vedere queste che sono presenti  nella sua Chiesa. Le une e  le altre noi ve le mostriamo come preannunc iate; ma non possiamo farvele conoscere tutte e due come realtà compiute che si vedon o, perché non siamo in grado di riportare davanti agli occhi quelle passate».

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