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Sempre più uno stato laico: Le benedizioni a spese dei contribuenti

Fonte: Carta del 27 Novembre di Gianni Belloni
La singolare idea viene dalla Regione Veneto, un’amministrazione baluardo del liberalismo si fa carico delle spese della chiesa cattolica per fare proselitismo. Una manovra da due milioni di euro, prima delle elezioni.
Due milioni di euro è la cifra messa a bilancio dalla regione del Veneto per pagare i sacerdoti che prestano
«assistenza spirituale» agli ammalati tra le corsie degli ospedali pubblici. I sacerdoti, indicati dalla curia,
verrebbero così assunti dalle aziende sanitarie con il contratto applicato agli infermieri. Questo grazie al
protocollo d’intesa approvato ieri pomeriggio dalla giunta regionale e che sarà sottoscritto nei prossimi
giorni dal presidente Galan e dal Patriarca di Venezia Angelo Scola nella sua qualità di Metropolita e Presidente
pro-tempore della Conferenza episcopale triveneta. L’assessore alla sanità, Sandro Sandri, non ha mancato di sottolineare come «in un momento storico nel quale un’Europa sempre troppo lontana dal comune sentire della nostra gente e dalle nostre tradizioni consente a qualche professore di gettare nel cestino il crocefisso nelle aule – dice Sandri – con questo protocollo d’intesa riteniamo di mettere a disposizione della nostra gente un servizio prezioso, non solo sul piano culturale e religioso, ma anche su quello umano». Anche le diocesi venete hanno espresso «vivo apprezzamento per l’importante accordo». Oltre alle motivazioni ideologiche l’operazione viene motivata dichiarando «che il servizio di assistenza religiosa concorre al miglioramento dei servizi erogati
dalle Aziende Sanitarie ed al processo terapeutico dell’ammalato». In realtà il protocollo è stato approvato
in base alla legge, del 1978, che istituisce il servizi sanitario nazionale per cui le regioni possono stipulare
accordi con le conferenze episcopali regionali per stabilire l’assunzione degli assistenti spirituali, indicati
dal vescovo, in rapporto ai posti letto. Infatti la Lombardia, il Piemonte, la Toscana, la Sicilia, l’Umbria, il Lazio, la Puglia, la Campania, la Provincia autonoma di Trento hanno provveduto, con leggi regionali,
a mettere a punto accordi simili. L’elemento non è rilevato dal comunicato ufficiale della giunta. Come già denunciato da una lettera pubblicata a luglio scorso sul sito www.estnord.it, accordi di questo tipo già preesistevano, ma, a detta di fonti ufficiali di Palazzo Balbi, riguardavano singole aziende sanitarie. Si tratterebbe quindi del primo accordo quadro, in questa materia, tra regione Veneto e chiesa cattolica.
In alcune regioni, come in Piemonte, l’accordo prevede, in osservanza al dettato della legge, la presenza
di assistenti spirituali di altre confessioni. In Veneto nulla di tutto questo. Da rilevare nel frattempo, tra i numerosi tagli di cui soffre la sanità veneta, l’annunciata chiusura dei reparti di ostetricia, ginecologia e pediatria dell’Usl 13 della Riviera del Brenta contro cui si sta mobilitando il Tribunale per i Diritti del Malato. Un elemento sfuggito ai più, ma gravido di conseguenze, è un passaggio del protocollo in cui si dichiara che «gli assistenti religiosi forniranno anche il loro contributo in materia di etica e di umanizzazione nella formazione del personale e parteciperanno ai comitati etici». I comitati etici sono chiamati a verificare, tra le altre cose, i protocolli di ricerca e le procedure per il consenso informato del paziente riguardo le terapie proposte. La prossima domenica, intanto, i vescovi del nordest hanno proclamato «la Giornata della ‘Scuola aperta’» in cui verranno tenute aperte le scuole private confessionali per chiedere alle Regioni, «il potenziamento del contributo previsto per il prossimo anno per garantire l’effettivo pluralismo scolastico sul territorio». Si tratta di una manifestazione corale della chiesa nel nordest: non ricordiamo una mobilitazione simile in occasione della recente approvazione delle leggi razziste. A marzo, in Veneto, si terranno le elezioni regionali. La Lega, partito a cui aderisce l’assessore alla sanità e, probabilmente, il prossimo presidente regionale, è impegnata, con successo ad accreditarsi presso le gerarchie ecclesiastiche come partito di riferimento dell’elettorato cattolico.

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