Dopo le accuse di Spatuzza, in un paese normale ci sarebbero state le dimissioni, ma non in Italia. Anzi qui certi personaggi hanno la faccia tosta di prendersi il merito di azioni “eroiche” della polizia e della magistratura. Azioni che in tutti i modi la politica, il governo sta cercando di limitare, di impedire varando leggi ( rientro dei capitali, processo breve, intercettazioni, finanziaria ecc) che limitano e rendono sempre più difficoltosa l’azione delle forze dell’ordine e della magistratura . Azioni che possono essere dichiarate eroiche per l’impegno, il senso del dovere, di sacrificio, per il senso dello stato e l’amore per le istituzioni che settori delle forze dell’ordine e della magistratura dimostrano senza procalmi ma con il prorprio serio lavoro ogni giorno.
A Milano è stato arrestato Gaetano Fidanzati mentre a Palermo è stato arrestato Giovanni Nicchi. E subito Berlusconi per risalire la china dei sondaggi, si è preso il merito degli arresti dicendo che è grazie all’impegno del suo governo che ci sono questi risultati. Che il suo governo è quello che più ha fatto contro la mafia.
Questo è il comunicato stampa del 6 dicembre emesso dalla segreteria del COISP:
LA CATTURA DEI LATITANTI MERITO DELLA POLIZIA, NON DI UN GOVERNO CHE TAGLIA LE RISORSE OSTACOLANDO LA LOTTA ALLA MAFIA.
L’ORDINE DI SERVIZIO PER LA SCORTA A FALCONE TRA LA CARTA DA RICICLARE!
“La cattura dei due super-latitanti di cosa nostra, Gianni Nicchi e Gaetano Fidanzati – che segue di pochi giorni l’arresto del boss Mimmo Raccuglia – rappresenta un nuovo straordinario successo della Polizia e della Polizia soltanto: non certo di un Governo che si appropria di meriti non suoi, e che anzi ostacola nei fatti, con i tagli alle risorse, il contrasto alla criminalità organizzata”.
A sostenerlo è Franco Maccari, Segretario Generale del COISP – il Sindacato Indipendente di Polizia. “Queste brillanti operazioni di servizio – continua Maccari – sono state possibili solo grazie allo spirito di sacrificio e al senso del dovere di colleghi valorosi, come quelli della Squadra Catturandi della Mobile di Palermo e Milano, ma anche di tanti altri uffici e uomini anonimi nei nomi ma non nei fatti, che continuano a lavorare senza mezzi e strumenti adeguati.
I continui tagli da parte del Governo al comparto della Sicurezza costringono i poliziotti ad anticipare le spese per il carburante, per gli appostamenti, per i computer, per la carta, per le missioni. In segno di ‘gratitudine’, a questi colleghi non vengono pagati neppure gli straordinari”. Prosegue Maccari: “Se ancora non è chiaro in quale stato pietoso versi l’apparato della Sicurezza, ecco una notizia che lascia semplicemente agghiacciati: il Reparto Scorte di Palermo non ha più la carta per stampare gli ordini di servizio, tanto da essere costretto a riciclare vecchi fogli, annullandone il fronte e stampando sul retro (cosa che avviene in tutti gli Uffici di Polizia, utilizzando le liste degli arresti domiciliari, delle sanzioni disciplinari, degli atti di polizia giudiziaria – alla faccia della riservatezza e della libertà!!)
Ma qui, al Reparto scorte di Palermo, tra quei mucchi di fogli di carta, un collega ha recuperato l’originale dell’ordine di servizio del 23 maggio 1992, il giorno della strage di Capaci: in quel foglio ci sono i nomi degli uomini della scorta di Giovanni Falcone, rimasti uccisi sull’autostrada insieme al magistrato ed a sua moglie”.
“Il vero contrasto alla mafia – conclude Maccari – non può che partire dal rispetto dei Servitori dello Stato che hanno dato la vita per combattere la criminalità. Un rispetto che deve essere dimostrato con i fatti: investendo sul comparto Sicurezza, dotando le Forze di Polizia di risorse, uomini e mezzi adeguati, garantendo la sicurezza sul lavoro, e non certo affannandosi negli stanchi rituali dei ‘complimenti’ alle Forze dell’Ordine e dei sorrisi in conferenza stampa”.
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