Sono passati 19 anni anni dall’uccisione di Libero Grassi, imprenditore siciliano che si rifiutò di pagare il pizzo per la sua impresa e lo fece pubblicamente con una lettera pubblicata sul “Giornale di Sicilia” il 10 gennaio 1991, diretta al suo estorsore, che iniziava così: “Volevo avvertire il nostro ignoto estorsore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia.”
Ma le pagine dei giornali di oggi non ricordano quest’uomo che ebbe il coraggio di ribellarsi alla mafia in una terra difficile come la Sicilia. Dalla sua ribellione sono nate associazioni contro il racket che hanno dato forza ed aiuto ad altri imprenditori che non vogliono sottostare al potere della mafia.
Il sito di Paolo Borsellino lo ricorda così