Non sono più un iscritta FIOM

Il primo passo sono state le dimissioni come delegata sindacale. Rispetto agli altri delegati della RSU avevo idee diverse sul ruolo del delegato sindacale, della sua funzione di stimolo alla discussione, al ragionameto preventivo con i lavoratori ad un’idea di valori sociali ed etici che dovevano essere stimolati, all’impegno che un delegato doveva mettere nel suo ruolo, ero sempre minoranza e sono scoppiata. Mi sono detta che però rimanevo un iscritta perchè il sindacato non era rappresentato da quei delegati aziendali, del mio stesso sindacato, con i quali non riuscivo a condividere idee ed azioni. Ho provato a proseguire nell’impegno sindacale a stimolare discussione e partecipazione a richiedere sostegno ed appoggio al sindacato, a richiedere responsabilità ma anche in questo ho fallito.
Ma la delusione nel sindacato che ha fatto scaturire la mia lettera di disdetta della tessera sindacale, è stata data dalla gestione che il sindacato ha avuto nell’attuale situazione di crisi aziendale, gestita sottotono senza dare disturbo all’azienda, accettando i tempi aziendali, non pretendendo una discussione aperta e preventiva su una situazione nazionale che era nota e conosciuta da oltre un anno.
E’ stata chiusa una trattattiva di CIGO in 15 giorni nel periodo scelto dall’azienda cioè nel periodo di chiusura aziendale, senza riuscire ad imporre un progetto per la salvaguardia dei posti di lavoro, senza un progetto per il rientro certo al lavoro dei lavoratori in cassa.
Mi viene detto che altro potevano fare? non firmare l’accordo significava mandare i lavoratori in cassa a zero ore, avendolo firmato si è allargata la platea dei lavoratori coinvolti e ridotto l’impatto sui singoli lavoratori.
Ma a mio avviso si poteva far altro se ci si fosse mossi prima, se si avesse avuto il tempo di discutere, se ci fosse stato un sindacato capace di porre delle domande e di imporre una discussione all’azienda invece di un sindacato attendeista, un sindacato che aspetta solo di essere convocato ai tempi e ai bisogni aziendali.
E’ stato chiuso il solito accordo di fine anno che ho sempre, come delegata sindacale, contestato, sui corsi di formazione FONDIPRESA che sono corsi finanziati con i soldi dei lavoratori. Come ogni anno vengono definiti dall’azienda senza la consultazione con le rappresentanze sindacali e senza che, le rappresentanze sindacali abbiano parola in capitolo. E mentre si firma la CIGO non ci si impone affinchè questi corsi siano rivolti essenzialmente verso quei lavoratori che saranno in cassa in modo tale da formarli nelle professionalità necessarie.
Già ma quali sono le professionalità necessarie, qual’è il piano industriale disegnato dall’azienda per uscire dalla crisi, quali sono gli obiettivi dell’azienda? questo non è dato sapere. I delegati sindacali sono solo stati capaci di firmare l’accordo ( non tutti ovviamente perchè molti erano in vacanza) come semplici notai.
Un sindacato che faccia solo da passacarte non è il sindacato che mi può rappresentare. Non c’è più un sindacato che abbia come obiettivo la difesa dei diritti e della dignità dei lavoratori. Purtroppo, come nella politica, il sindacato ora sta facendo solo una politica per difendere se stesso e la sua struttura. E sinceramente sostenere economicamente questo tipo di sindacato non lo trovo giusto.
Quindi dopo 17 anni di iscrizione alla FIOM ho dato disdetta. La cassa integrazione parte lunedì per ora non ho ricevuto la raccomandata ma non è detto che non la riceva nelle prossime settimane. So che il mio stato d’animo è sotto le scarpe, vedo il mio futuro e il futuro di tanti miei colleghi nero e quello che mi fa rabbia è che come lavoratori, come cittadini non siamo più capaci di pensare al bene comune ma pensiamo solo a noi stessi e così facendo non capiamo che invece di salvarci ci suicidiamo.
La cassa è aperta per 550 lavoratori ( 1 su 4), le lettere sono arrivate in parte arriveranno nelle prossime settimane. I lavoratori, per ora non colpiti, non si spenderanno per far si che i loro colleghi colpiti dalla cassa siano in qualche modo salvaguardati, non si spenderanno perchè la formazione sia rivolta a loro, non si spenderanno per far che si creino le condizioni per un loro rientro.
Ci saranno lavoratori disposti a farsi carico delle attività lasciate scoperte dai lavoratori in cassa, magari facendo anche straordinari non pagati nella speranza di salvare il proprio posto di lavoro a scapito del compagno di stanza, di scrivania.
E ci sono anche delegati sindacali che pur ammalati, in questo momento leggono le mail e lavorano da casa e che hanno coperto il lavoro di un collega in cassa, senza grossi problemi.
Ecco perchè non sono più un iscritta FIOM, perchè ancora sono un idealista che pensa che sia necessario essere coerente per essere credibile e affidabile che non si possa professare un idea e poi vivere in maniera opposta.

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