….”E’ un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, ritorneranno l’ordine, la pace, la serenità”……..
Ieri a Milano in risposta alla pubblicazione del Mein Kampf da parte de Il Giornale, è stata organizzata da Radio Popolare la lettura del diario di Anne Frank.
Non ho potuto parteciparvi perché ero a Pavia ma è stato uno stimolo per leggere il libro che da anni giaceva nella mia libreria senza essere mai stato aperto. Il brano che ho riportato l’ho trovato nella prefazione. E’ un brano scritto nell’ultimo periodo del diario per cui agosto 1944, ma l’ho trovato attuale per questi giorni. Lo sguardo al cielo con il pensiero che tutto si rivolgerà al meglio è ciò che spero e per il quale prego. Molto ingenuamente e semplicemente non riesco a pensare che alla fine di questo tunnel di violenza, guerra e distruzione non ci possa essere la rinascita dell’umano, del buono e del bello.