Sono partita per il cammino perché sentivo la necessità di provare a contattare la mia anima, di trovare modo e situazione per riflettere, cosa che non si riesce molto a fare nella quotidianità,
Mi immaginavo un cammino in solitario ma anche in compagnia perché pensavo di incontrare altri pellegrini durante il cammino con i quali condividere momenti, pensieri, riflessioni, esperienze e, invece, periodo sbagliato, troppo presto per la Francigena nessun pellegrino in movimento ancora: magari in altri tratti ma non in questo ( Verres – Vercelli).
Ma non è stato inutile. Intanto la conclusione principale è che la vita non è nelle nostre mani, noi facciamo progetti, ci facciamo un film di quello che sarà il nostro futuro, ma qualcun Altro ha in mano la nostra vita.
Mi è rimasta la percezione della meraviglia, la percezione del tempo, la percezione del bello, la percezione della lentezza, la percezione della bellezza del cammino, la percezione che io sono in cammino e questo mi piace, la percezione della mia forza che non è venuta meno nel riconoscere il mio limite e quindi decidere di ritornare a casa riconoscendo che il cammino avrei potuto riprenderlo non più sola, ma in compagnia.
Mi è rimasta la consapevolezza di essere amata da Dio, l’ho sentito accanto a me durante il cammino è l’ho visto nell’aiutarmi nella situazione di difficoltà.
Mi è rimasta la consapevolezza di essere entrata nei cuori di diverse persone in questo anno, persone che durante questo cammino mi hanno seguito e supportata direttamente nei gruppi di WhatsApp che ho creato, o che mi hanno seguito chiedendo notizie a chi era nei gruppi, persone che hanno sentito la mia mancanza.
Mi è rimasta la consapevolezza di voler essere felice, ma non di una felicità effimera data dalle cose ma di una felicità dell’anima. E che questa felicità non può partire che da me e dalla mia capacità di accettare ciò che mi viene dato, di accettare il mio presente senza rimpianti per il passato o sogni per il futuro. Vivere il presente perché è l’unico momento vivibile.
Mi è rimasto un sorriso dentro, che ancora sento a una settimana dal mio rientro e, anzi, più passano i giorni, più questo sorriso sembra radicato.