Parole sconvolgenti dette da Domenico Guzzini, presidente Confiindustria Macerata ad un convegno.
Si le persone sono stanche, io sono stanca ma sono stanca di fare sacrifici e vedere questi sacrifici buttati al vento per l’irresponsabilità della politica, dell’imprenditoria e delle persone comuni.
Io sono convinta che se quest’estate ci fosse stato più rigore, se si fossero mantenute alcune restrizioni come lo spostamento tra regioni, discoteche chiuse, controlli più efficenti nelle situazioni di affollamento, una ripresa delle scuole con maggior attenzione ai trasporti, un prolungamento delle attività in smart working non saremmo in questa situazione. Certo avrebbe significato, ancora per molte categorie di lavoratori, dei sacrifici. A questo doveva pensarci la politica con interventi più snelli e mirati ma oggi non saremmo ancora con una media di 700 morti al giorno, terapie intasate ospedali e personale ospedaliero allo stremo.
E ancora una volta politica e imprenditoria hanno uno sguardo corto, vogliono riportare l’economia alla ripresa e vabbè se ci saranno morti: l’importante è il guadagno. Infatti anche se la situazione non è per nulla sotto controllo, anche se già si parla di 3a ondata ancora più pensate, la priorità è riaprire i negozi per le spese natalizie, permettere alle persone di fare il famoso cenone natalizio, e il cenone di fine anno. E chisse ne frega se poi il 15 gennaio avremo la 3a ondata? Bisognerebbe fare ancora sacrifici per alcuni mesi, il tempo che il vaccino inizi ad essere distribuito, che gli indici di contagiosità diminuiscano, e diminuiscano i morti e poi si potrebbe pensare ad una ripresa. La fretta non porta a nulla anzi è causa di errori e drammi. Abbiamo la fretta di far ripartire il consumismo e questo causerà ulteriori morti ma ancora una volta non è importante: alla fine la percentuale di decessi più alta è tra gli anziani e, questo può essere anche un bene, meno persone non produttive da gestire, da curare a cui pagare una pensione. Alla fine dei conti un risparmio per tutti. Quindi evvai “Liberi tutti”.