Di Giuseppe Scalella OSA
Il buio è sempre qualcosa che fa paura, fin da bambini. Perchè nasconde un’incognita, un’insidia, qualcosa cioè che mette a repentaglio la nostra sicurezza. In questi giorni, poi si è aggiunto l’incubo della mutazione
del Covid che, nonostante le rassicurazioni degli esperti sulla sua reale minaccia, sta fomentando paura, quando non è panico, in tanti.
Viviamo tempi durissimi, inutile a dirlo. La natura ci sta sfidando in modo sempre più radicale e veloce, senza concedere sconti. E noi, sempre più distratti, paghiamo lo scotto di questa sfida, ritrovandoci impotenti e
disarmati, e sempre più vulnerabili. “Ci vorrebbe una carezza del Nazareno” direbbe il grande Jannacci. E la carezza arriva, c’è. Il Natale che sta arrivando ce la annuncia. “Da Nazareth può venire qualcosa di buono?”
(Gv 1,46) dirà Natanaele a Filippo che gli annunzia la presenza di Gesù. Esattamente come facciamo noi quando qualcuno ci propone una speranza: ma che vuoi che sia una carezza? Ma Filippo, intelligente com’è, gli
dice “Vieni e vedi”. E sì. Sta proprio tutta qui la questione: andare e vedere. Un segno, piccolissimo, come quel puntino di luce che appare in questi giorni all’orizzonte, dato dalla congiunzione di Giove e Saturno.
Un segno piccolo ma che ha dentro una grande promessa, tutta da verificare.