Una mia riflessione sul reddito di cittadinanza

Voglio ricordare due articoli della nostra Costituzione:

Art. 3.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4.

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

E voglio anche ricordare una delle tante frasi di Papa Francesco sul lavoro:

“… Il lavoro è molto di più. Il lavoro è soprattutto un ambito in cui la persona può diventare più persona. La persona sperimenta la sua creatività, sperimenta i legami che la uniscono agli altri. E’ per questo che il lavoro è un’esperienza umana fondamentale…… “attenzione, non possiamo immaginare di risolvere il problema semplicemente garantendo un reddito anche a chi non lavora perché gli mancherebbe un pezzo fondamentale di esperienza umana”.

Ed anche una frase di don Giussani che ho ascoltato in un incontro con Alberto Scopoletti che diceva “…per questo motivo un uomo, senza lavoro, subisce un attentato alla propria coscienza,  per cui nessuno può stare tranquillo se un amico non ha un lavoro.”

Il lavoro non è solo portare a casa la pagnotta, ma attraverso il lavoro dal più umile al più eccelso, è il metodo per riconoscere la propria dignità e il proprio valore e il metodo per crescere come uomo è il metodo per appartenere ad un disegno più grande.

Ci sono tanti spunti di riflessione a cui posso rimandarvi dall’enciclica di papa Giovanni Paolo II LABOREM EXERCENS ad un’intervista a Julian Carron del 2008 apparsa su Tracce ad un incontro con la Fraternità San Carlo di Mons. Camisasca

Per cui va bene il reddito di cittadinanza per tamponare una situazione emergenziale, ma lo scopo principale della politica e di tutti i cittadini deve essere quello di creare lavoro dignitoso per tutti secondo le capacità di ognuno. Solo attraverso il lavoro si dà dignità all’umano, ci si sente parte di una comunità volta al bene di tutti.

Continuare a fare assistenzialismo, senza una visione di un percorso di crescita che porti al lavoro per tutti significa solo non voler far progredire l’uomo, ma mantenerlo in uno stato di sudditanza e schiavitù.

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