Ex terrorista dei Colp (Comunisti organizzati per la liberazione proletaria), tra i fondatori dei Boys san, gruppo storico della curva dell’Inter, con interessi passati nella vita notturna milanese. Ultima professione conosciuta: presunto fiancheggiatore della latitanza del boss di Cosa nostra Gaetano Fidanzati. Di questo, secondo gli inquirenti, si sarebbe occupato fino al 4 dicembre Graziano Bianchi, milanese classe ’55, figlio di un padre partigiano che lo alleva negli ideali dell’antifascismo militante. Fisico asciutto, parlata svelta, Bianchi è quella persona, che nell’ultimo mese ha pranzato con il boss al ristorante La Pesa di Parre, il centro della Val Seriana dove si nascondeva don Tanino.
Laureato in giurisprudenza, Bianchi entra nei Colp (gruppo che nasce sulle ceneri di Prima linea) all’inizio degli anni Ottanta. Nell’82 viene arrestato per un attentato contro la sede della Comunità israelitica di Milano. Già a metà degli anni Settanta colleziona precedenti per porto abusivo d’arma. Uscito dal carcere, mischia la militanza con altri interessi. Gli piace la vita notturna. Così, entra nel giro della sicurezza assieme a Franchino Caravita, l’amico di sempre e attuale leader della curva dell’Inter. Durante le notti della Milano da bere, il trentenne Graziano Bianchi stringe rapporti di amicizia con gli uomini del clan Fidanzati. Lui è un tipo tosto, ha il piglio del capo. Tutte qualità che seducono Fidanzati. La notte di Natale del ’95, però, viene arrestato di nuovo per spaccio di soldi falsi e un presunto giro d’usura. Mafia e terrorismo. L’argomento torna di attualità nel processo sulle nuove Br. Uno dei condannati, Bruno Ghirardi (11 anni), in passato organico proprio nei Colp, secondo il pm, si incontra con Guglielmo Fidanzati, il figlio di don Tanino. Dice il magistrato: «E’ un aiuto che i comunisti chiedono a Fidanzati.».
Fonte: Il Manifesto del 11/12/2009 di Davide Milosa