Mia nipote piccola è più avanti di me. Alla sua tenera età ha affrontato e sta affrontando una grande sofferenza. Ne sta uscendo piano piano. Ieri dopo tanto tempo abbiamo mangiato insieme a lei; la nonna Lia ha preparato le pizzelle e i panzarotti e quindi eravamo a tavola i nonni, le zie, la nipotina e i suoi genitori. Un pranzo conviviale che da tempo non accedeva.
E tra una chiacchiera e l’altra, un racconto e l’altro, quale sia stato il percorso non ricordo, la nonna chiede alla nipotina cosa farà da grande, l’attrice? la cantante? la pittrice?. E la nipotina guarda la nonna con occhi pieni di paura e dolore e grida tra le lacrime “Non so cosa farò da grande, non ci voglio pensare IO SONO UNA BAMBINA e voglio potermi divertire”.
Ecco lei ha capito che il passato è passato, il domani è domani e che il vivere è oggi. Oggi è una bambina e come tale ha il diritto di potersi divertire.
E come lei milioni di bambini a cui, per colpa degli adulti , è negato un presente di giochi e di crescita serena, che si trovano sotto le bombe a morire, si trovano a soffrire per la violenza degli adulti contro di loro, si trovano a soffrire la fame, il freddo, che vivono nella paura.
Non possiamo salvarli tutti, aiutarli tutti ma possiamo non distogliere lo sguardo dal bambino che incontriamo, che abita vicino a noi, che vediamo in difficoltà, bisognoso di aiuto ma che preferiamo non guardare per non essere coinvolti.
Non mettiamoci la coscienza a posto, magari con un’adozione a distanza. Facile è tirare fuori qualche euro. Più difficile dare un sorriso, un abbraccio, una speranza, coinvolgerci con qualcuno vicino a noi.