In tutto il mondo in questo momento ci sono guerre, violenze, fame, povertà, siccità che causano la morte di bambini. Ci sono immagini come quella di un bambino di 16 mesi morto sulle rive di un fiume, che separa il Myanmar dal Bangladesh, che emozionano e forse aprono per un secondo gli occhi e il cuore di tanti di noi.
L’immagine gira su WEB in modo virale e ci limitiamo a mettere un like magari con l’emotion che piange, condividiamo la notizia e andiamo oltre tanto quella violenza , quella tragedia, la vediamo lontana da noi, non ci tocca e non possiamo far nulla.
L’ho fatto anch’io su Facebook ma questo non mi basta. La domanda che mi faccio è come Dio possa permettere tutto questo.
La risposta che mi do è che Dio ci lascia la libertà di operare e che tutto questo è causato dagli uomini e non da Dio, quindi siamo noi uomini che possiamo fare qualcosa per impedire questa violenza. Possiamo forse non incidere nelle vite di tutti i bambini e di tutti gli uomini di questo mondo, ma possiamo farlo con la famiglia che vive sul nostro pianerottolo che magari è in difficoltà, sul migrante che viene nel nostro paese alla ricerca di salvezza e di una vita dignitosa, possiamo farlo con le persone che ogni giorno incontriamo ma che non degniamo di uno sguardo. Possiamo farlo con la persona che ci siede accanto in metropolitana. Invece di avere lo sguardo perso a guardare il telefonino alziamo lo sguardo sulla persona che ci è vicino. Possiamo farlo con il collega di lavoro che ci è un po antipatico, possiamo farlo con il vicino di casa rompi…..A volte non serve molto, basta un sorriso, una parola, un’attenzione, uno sguardo.
Aveva ragione mia nipote Frida l’altro giorno a tavola quando si è arrabbiata contro colui che ha inventato i telefonini perché eravamo 3 adulti che si perdevano dietro messaggini e FB e nessuno dei 3 giocava con lei nell’attesa del piatto.
Ci dimentichiamo chi abbiamo vicino e ci sentiamo fighi per i like e i post che condividiamo.